Diario di viaggio: Amazzonia – giorni 4 e 5

Nella mattinata di venerdì 6 gennaio la nostra delegazione si è trasferita da Tabatinga a Sao Paulo de Olivenca. Quasi 5 ore di tragitto sulla imbarcazione percorrendo il Rio delle Amazzoni. Il cielo era nero, con forte pioggia, man mano ha ceduto il passo al sereno.

Padre Marcelo Gualberto e padre Marian ci hanno accolto nella casa parrocchiale con cordiale ospitalità.

Il primo incontro nel pomeriggio è stato vissuto con le Suore della Congregazione delle Figlie del Cuore Immacolato di Maria. Hanno presentato il loro progetto pastorale che promuove la cultura indigena attraverso la coltivazione e il sistema agro-forestale. Un grande lavoro è quello di aiutare a trasformare ciò che la natura dona in prodotti che possono essere conservati a lungo, con la pubblicazione di un libro in cui sono raccolte ricette di cucina indigena. Oltre 320 famiglie sono raggiunte direttamente con il progetto e molte altre in maniera indiretta.  Nel loro impegno c’è tutto il respiro della Laudato Si’. Il lavoro agricolo ha un livello che coinvolge singole famiglie ma lo stile proposto è di gruppo, comunitario. Esistono alcune esperienze in questo senso, scelte direttamente da alcune famiglie.

Lodevole il loro impegno nella Fazenda Esperança, un progetto di accoglienza per il recupero dei tossicodipendenti. Nel territorio sono oltre 100 le persone inserite e già 16 quelle che hanno terminato positivamente il percorso.

A sera ci siamo spostati nella Chiesa di Santa Terezina do Menino Jesus per la S. Messa. Mons. Adolfo ha invitato i fedeli a guardare a Santa Teresina, patrona delle missioni, che ha saputo amare Dio e il prossimo. La comunità ha accolto con cordialità la delegazione proveniente dall’Arcidiocesi di Ancona-Osimo e ha ringraziato per il gemellaggio che viene portato avanti nello spirito sinodale: comunione, partecipazione, missione.

Il giorno 7 di buon mattino abbiamo preso un’imbarcazione per raggiungere il piccolo villaggio dove vive la comunità Ticuna di Nossa Señora de Nazarè. I fedeli numerosi, con la gioia dei tanti bambini, ci hanno accolto nella loro chiesetta in legno e siamo rimasti piacevolmente sorpresi nel vedere l’impegno e la cura dei laici per l’evangelizzazione e la liturgia. Mons. Zon, salutando tutti, ha promesso di far loro dono di una preziosa immagine della Madonna di Nazaret. L’arcivescovo Angelo ha presentato la delegazione e ringraziato la comunità per lo stile semplice e cordiale assicurando la preghiera e dando la benedizione. L’armonia del canto, in lingua Ticuna, rivolto alla Madonna è stata di una forte intensità emotiva.

Abbiamo pregato un Padre Nostro e un Ave Maria recandoci a piedi nel luogo dove sorgerà la nuova chiesa. Mentre si era in posa per la foto di gruppo, l’anziano della comunità si è accorto della presenza di un serpente e ha provveduto prontamente ad allontanarlo con l’uso di un lungo bastone.

Passando tra le semplici case, fatte di tavole di legno, alcuni hanno voluto omaggiare la delegazione con doni della terra e del fiume. Si è respirato aria di famiglia in armonia con il Creato.

Nel viaggio di ritorno ci siamo fermati nel luogo dove la Diocesi dell’Alto Solimoes ha intenzione di realizzare una nuova Fazenda Esperança per il recupero dei tossicodipendenti.

Nel pomeriggio c’è stato l’incontro con le Suore Missionarie dell’Alleanza della Misericordia che hanno presento il loro lavoro con l’infanzia e con le famiglie. Un istituto che vive di provvidenza, in uno stile di sobrietà e vicinanza alla popolazione.

La celebrazione eucaristica si è tenuta nel quartiere di S. Francesco, la cui chiesa è momentaneamente chiusa a causa di lavori. Una famiglia ha messo a disposizione un ampio spazio della propria casa accogliendo i fedeli. Al termine, la comunità ha voluto offrire a tutti i presenti un rinfresco. A ciascun componente della delegazione è stata donata una maglietta con l’immagine di San Francesco.

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