Veglia missionaria diocesana: “Battezzati e inviati”

“Battezzati e inviati. La Chiesa di Cristo in missione nel mondo” è lo slogan del Mese Missionario Straordinario voluto da papa Francesco ed è il tema che ha ispirato la veglia missionaria diocesana vissuta venerdì 18 ottobre nella chiesa san Giuseppe Moscati. All’inizio della veglia, organizzata dall’Ufficio missionario, alcuni bambini hanno rappresentato i cinque continenti e acceso cinque candele: la bianca per l’Europa, la gialla per l’Asia, la verde per l’Africa, la rossa per l’America e la blu per l’Oceania. Dopodiché la preghiera è stata divisa in due parti: la prima dedicata alla parola “Battezzati”, la seconda a “Inviati”.

Nella prima parte, dopo il rinnovo delle promesse battesimali, le persone si sono messe in fila davanti all’altare. Lì, come gesto di fraternità e di condivisione della fede, hanno preso l’acqua del fonte battesimale posta in alcuni recipienti, e hanno fatto il segno della croce sulla fronte della persona dietro a loro, come segno di un dono ricevuto e donato. Nella seconda parte, invece, sono state ascoltate alcune testimonianze di persone dell’arcidiocesi che hanno vissuto esperienze missionarie significative in Brasile, Albania, Marocco e Perù. Al termine di ogni racconto è stato deposto un oggetto, ai piedi dell’altare, che richiamava quanto detto nella testimonianza. Infine è stata proiettata una intervista fatta a Mons. Adolfo Zon Pereira, vescovo della diocesi dell’Alto Solimoes in Amazzonia, con la quale l’arcidiocesi di Ancona-Osimo ha avviato, proprio a partire da questo mese di ottobre, un’esperienza di gemellaggio che durerà per alcuni anni.

Ogni battezzato è “in-via-to” come missionario ad annunciare con la sua vita, nel quotidiano, il Vangelo di Cristo. Ciascuno ha così ricevuto un segnalibro – segno e ricordo di questo momento di preghiera – con il quale è stato invitato a percorrere una“via” attraverso la quale annunciare la buona notizia al suo prossimo. Su ciascuno dei segnalibri era infatti riportata un’azione o un gesto a cui far fede, come impegno nell’essere missionari nel quotidiano (Es.: In VIA ti… ascolto; In VIA ti… sorrido;…). «Duemila anni fa la Parola si è fatta carne – ha detto mons. Angelo Spina, arcivescovo metropolita di Ancona-Osimo – Gesù Cristo è la buona notizia venuta a noi. Maria con il suo sì ha accolto la buona notizia dell’angelo e l’ha portata in fretta ad Elisabetta. Le buone notizie non possono essere tenute per sé. Gesù agli apostoli ha detto: “Andate in tutto il mondo, predicate il Vangelo e battezzate nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”. La parola apostolo significa mandato, quindi se tu ricevi un mandato, devi andare, non puoi fermarti e devi andare da tutti i popoli. La chiesa è cattolica, universale, e chiamata ad annunciare il Vangelo. In fondo Paolo VI lo aveva sottolineato nell’Evangelii nuntiandi, quando disse che la Chiesa è per sua natura missionaria».

L’arcivescovo ha anche ricordato alcune parole del messaggio del santo Padre per la Giornata missionaria mondiale 2019: “Io sono sempre una missione; tu sei sempre una missione; ogni battezzata e battezzato è una missione. Chi ama si mette in movimento, è spinto fuori da se stesso, è attratto e attrae, si dona all’altro e tesse relazioni che generano vita”. «Il Papa dice che io sono una missione – ha spiegato l’arcivescovo – perché la missione non è fatta solo con l’annuncio kerigmatico, della buona notizia, ma anche con la testimonianza. Per il fatto che sei stato salvato e tu vivi questo dono di salvezza, la tua persona è missione in forza del battesimo. L’evangelizzazione non è una conquista, non è una propaganda. Il cristianesimo non si diffonde per imposizione, ma per attrazione».

Oltre alle terre lontane, ogni di noi è chiamato ad essere missionario negli ambienti in cui vive, come ha detto il Papa all’inizio del mese missionario: “Sì, in questo mese il Signore chiama anche te. Chiama te, padre e madre di famiglia; te, giovane che sogni grandi cose; te, che lavori in una fabbrica, in un negozio, in una banca, in un ristorante; te, che sei senza lavoro; te, che sei in un letto di ospedale… Il Signore ti chiede di farti dono lì dove sei, così come sei, con chi ti sta vicino; di non subire la vita, ma di donarla; di non piangerti addosso, ma di lasciarti scavare dalle lacrime di chi soffre. Coraggio, il Signore si aspetta tanto da te”.

Libretto Veglia Missionaria 2019 Arcidiocesi Ancona-Osimo