Diario di viaggio: Amazzonia – giorni 7 e 8

Lunedì 9 gennaio la delegazione dell’Arcidiocesi di Ancona-Osimo, prima di ripartire alla volta di Tabatinga, ha visitato la cappellina della Concattedrale dove la Diocesi sta allestendo un piccolo museo per il Vescovo Adalberto Marzi con le insegne e i paramenti liturgici utilizzati nel suo lungo e importante ministero. Particolarmente suggestivo un crocifisso realizzato da artigiani della comunità Ticuna.

Successivamente, nella S. Messa l’Arcivescovo Angelo ha voluto ringraziare per l’ospitalità P. Marcello e P. Mariano e ricordare il senso profondo di questo gemellaggio che è un cammino fecondo di conoscenza, preghiera e condivisione.

Dopo un lungo ma comodo viaggio la delegazione è tornata a Tabatinga dove ha concluso la giornata, in fraternità e semplicità, ospitata nel Vescovado.

La mattina del 10 gennaio il viaggio è ripreso in imbarcazione verso Benjamin Constant e poi da lì in Taxi sull’unica strada che dopo 27 km conduce ad Atalaia do Norte.

Padre Alberto Panichella ha accolto il gruppo presentando le caratteristiche di questa parrocchia inserita nel contesto più povero e disagiato della diocesi. Un territorio immenso, grande quasi quanto il Portogallo dove vivono circa 22.000 persone e sono presenti oltre 60 villaggi di diverse etnie.

La Comunità Saveriana in cui opera P. Alberto, affronta una situazione complicata nella quale ci sono molti poveri, tante etnie e poca comunicazione. Forte il tasso di disoccupazione, grandi i problemi legati all’abuso di alcol, di droghe e anche alla prostituzione, in particolare quella minorile.

Si registra inoltre una forte discriminazione nei confronti degli indigeni. A tal proposito, nel pomeriggio c’è stato un interessante incontro con “Chell”, un laico impegnato nel CIMI, Consiglio Indigenista Missionario.

Grazie a lui abbiamo conosciuto parte della cultura indigena e il lavoro della Pastorale indigenista nella Vale do Javari in cui abitano 6.500 indigeni nei villaggi e altri 3.000 in città. Nel corso dei secoli gli indigeni, prima stanziati lungo il fiume, sono stati costretti a spostarsi verso la foresta per interessi economici esterni e oggi occupano una vasta area dove c’è la demarcazione della frontiera e l’accesso è proibito ai non autorizzati.

Nella S. Messa Mons. Adolfo, nel presentare la delegazione italiana, ha sottolineato come questa esperienza ci fa sentire membri di un’unica grande famiglia dove si cammina insieme per approfondire la conoscenza reciproca e ci si aiuta ad affrontare le diverse sfide che il contesto attuale pone all’evangelizzazione.

La giornata è terminata con la riunione del Coordinamento CEBS, ovvero le Comunità Ecclesiali di Base. Erano presenti gli animatori delle 8 comunità, le Suore Figlie di S. Anna e alcuni animatori dei gruppi giovanili parrocchiali. È stato un bel momento di confronto e condivisione sui cammini che vengono portati avanti, con gioie e fatiche, nelle nostre Chiese sorelle. Abbiamo scoperto di essere molto più simili di quanto credevamo.

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